AGENDA 2030
COS'È?

L’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile è un programma d’azione per le persone, il pianeta e la prosperità sottoscritto nel settembre 2015 da Paesi membri dell’ONU.

Essa prevede 17 Obiettivi per lo Sviluppo Sostenibile – Sustainable Development Goals, SDGs – in un grande programma d’azione per un totale di 169 ‘target’ o traguardi.

CHI COINVOLGE?

Il programma è stato sottoscritto da 193 Paesi membri dell’ONU.

QUANDO?

Il programma degli Obiettivi per lo Sviluppo Sostenibile ha avuto avvio a inizio 2016 e il processo di cambiamento si realizzerà nell’arco dei prossimi 15 anni: i Paesi, infatti, si sono impegnati a raggiungerli entro il 2030.

QUALI SONO GLI OBIETTIVI?

I 17 Obiettivi comuni dell’Agenda 2030, internazionalmente abbreviati SDGs (Sustainable Development Goals), riguardano un insieme di questioni importanti per lo Sviluppo Sostenibile.

 
Goal 1:
Porre fine ad ogni forma di povertà nel mondo
 
Goal 2:
Porre fine alla fame, raggiungere la sicurezza alimentare, migliorare la nutrizione e promuovere un’agricoltura sostenibile
 
Goal 3:
Assicurare la salute e il benessere per tutti e per tutte le età
 
Goal 4:
Fornire un’educazione di qualità, equa ed inclusiva, e opportunità di apprendimento per tutti
 
Goal 5:
Raggiungere l’uguaglianza di genere, per l’empowerment di tutte le donne e le ragazze
 
Goal 6:
Garantire a tutti la disponibilità e la gestione sostenibile dell&rsquo;<strong>acqua</strong> e delle strutture igienico sanitarie
 
Goal 7:
Assicurare a tutti l’accesso a sistemi di energia economici, affidabili, sostenibili e moderni
 
Goal 8:
Incentivareuna crescita economica, duratura, inclusiva e sostenibile, un’occupazione piena e produttiva ed un lavoro dignitoso per tutti
 
Goal 9:
Costruire una infrastruttura resiliente e promuovere l’innovazione ed una industrializzazione equa, responsabile e sostenibile
 
Goal 10:
Ridurre le disuguaglianze all’interno e fra le Nazioni
 
Goal 11:
Rendere le città e gli insediamenti umani inclusivi, sicuri, duraturi e sostenibili
 
Goal 12:
Garantire modelli sostenibili di produzione e di consumo
 
Goal 13:
Adottare misure urgenti per combattere i cambiamenti climatici e le sue conseguenze
 
Goal 14:
Conservare e utilizzare in modo durevole gli oceani, i mari e le risorse marine per uno sviluppo sostenibile
 
Goal 15:
Proteggere, ripristinare e favorire un uso sostenibile dell’ecosistema terrestre, gestire sostenibilmente le foreste, contrastare la desertificazione, arrestare e far retrocedere il degrado del terreno, e fermare la perdita di diversità biologica
 
Goal 16:
Promuovere società pacifiche e più inclusive per uno sviluppo sostenibile; offrire l’accesso alla giustizia per tutti e creare organismi efficaci, responsabili e inclusivi a tutti i livelli
 
Goal 17:
Rafforzare i mezzi di attuazione e rinnovare il partenariato mondiale per lo sviluppo sostenibile
 
 

“The new agenda is a promise by leaders to all people everywhere. It is an agenda for people, to end poverty in all its forms – an agenda for the planet, our common home”

Ban Ki-moon, Segretario Generale delle Nazioni Unite

perchè si parla di obiettivi comuni?

‘Obiettivi comuni’ significa che essi riguardano tutti i Paesi e tutti gli individui: nessuno ne è escluso, né deve essere lasciato indietro lungo il cammino necessario per portare il mondo sulla strada della sostenibilità.

perchè è un evento storico?

L’Agenda 2030 rappresenta una grande sfida per i Paesi di tutto il mondo.
Essa costituisce un forte cambiamento di prospettiva perché:

  • È stato espresso un chiaro giudizio sull’insostenibilità dell’attuale modello di sviluppo, non solo sul piano ambientale, ma anche su quello economico e sociale.
  • Tutti i Paesi sono chiamati a contribuire allo sforzo di portare il mondo su un sentiero sostenibile, ciascuno nelle proprie possibilità ma senza più distinzione tra Paesi sviluppati, emergenti e in via di sviluppo.
  • L’attuazione dell’Agenda richiede un forte coinvolgimento di tutte le componenti della società, dalle imprese al settore pubblico, dalla società civile alle istituzioni filantropiche, dalle università e centri di ricerca agli operatori dell’informazione e della cultura.
chi controlla che l’agenda 2030 venga rispettata?

Il processo di cambiamento espresso dall’agenda 2030 prevede il raggiungimento di 17 Obiettivi – Sustainable Development Goals (SDGs) – e di 169 Traguardi – Targets – che li sostanziano.
Un sistema di 240 indicatori fornisce i parametri in base ai quali ciascun Paese verrà valutato periodicamente in sede Onu e dalle opinioni pubbliche nazionali e internazionali.
Gli indicatori saranno perfezionati ogni anno e rivisti esaustivamente da parte della Commissione statistica nel 2020 e nel 2025 e saranno integrati da indicatori sviluppati a livello regionale e degli Stati membri.
Il luogo deputato al monitoraggio dell’Agenda è l’High Level Political Forum (Hlpf), che si riunisce:

  • ogni anno sotto l’egida del Comitato Economico e Sociale (Ecosoc) dell’Onu, con riunioni a livello di ministri;
  • ogni quattro anni nell’ambito dell’Assemblea Generale (GA), con riunioni a livello di Capi di Stato e di Governo.

Il suo compito è quello di valutare i progressi, i risultati e le sfide rilevanti per tutti i Paesi.

sdgs e l’europa

Il principio dello Sviluppo Sostenibile è presente nel quadro normativo comunitario fin dal Trattato di Amsterdam (art. 3) del 1997 ed è oggi inserito nel Trattato di Lisbona (art. 3), entrato in vigore il 1° dicembre 2009, che costituisce attualmente la carta fondamentale dell’Unione europea.

L’Unione europea (Ue) ha partecipato in maniera molto attiva e propositiva all’intero processo negoziale che ha portato all’adozione dell’Agenda 2030 fin dalla fase preparatoria della Conferenza delle Nazioni Unite sullo Sviluppo Sostenibile del 2012 (Rio +20).

Dal 2010, inoltre, l’Unione europea si è dotata di un quadro strategico decennale per la crescita e l’occupazione (Strategia “Europa 2020”) basata su tre priorità:

  • crescita intelligente, mediante lo sviluppo di un’economia basata sulla conoscenza, la ricerca e l’innovazione;
  • crescita sostenibile, ossia più efficiente nell’uso delle risorse, più “verde” e più competitiva;
  • crescita inclusiva, che promuova politiche per l’occupazione e la riduzione della povertà.

Tuttavia, la crisi finanziaria ed economica iniziata nel 2008 ha provocato una netta revisione delle priorità: obiettivo primario è diventato quello di assicurare la sostenibilità finanziaria delle economie europee, anche a costo di rigorose politiche di austerity, per far ripartire la crescita economica e di riassorbire la disoccupazione.

L’adozione della nuova Agenda 2030e degli SDGs ha posto l’Unione europea e l’Italia di fronte a molteplici sfide, tutte di grande complessità: includere gli Obiettivi di sviluppo sostenibile nei propri programmi.

Il problema principale è quello di decidere come integrare i nuovi obblighi assunti in sede Onu con la revisione della Strategia “Europa 2020”.

sdgs e l’italia

L’Italia ha svolto un ruolo di primissimo piano in tutte le fasi del negoziato Onu che ha portato all’adozione dell’Agenda 2030 e degli SDGs in tre modi:

  • assumendo la vice-presidenza del Comitato preparatorio della Conferenza Rio+20;
  • prendendo parte al Gruppo di lavoro sugli SDGs;
  • svolgendo all’interno dell’Ue un’azione di leadership particolarmente efficace durante il semestre di presidenza (2° semestre 2014), che ha coinciso con una delle fasi più complesse del negoziato.

Le iniziative in Italia dopo l’approvazione all’Onu dell’Agenda 2030 (settembre 2015) sono state a 4 livelli:

attività del Governo


attività del Parlamento


attività di Regioni ed enti locali


il monitoraggio degli sdgs


Iniziativa realizzata nell’ambito del Piano Nazionale Cinema per la Scuola promosso da MIUR e MIBAC