Un’istruzione di qualità è la base per migliorare la vita delle persone e raggiungere lo sviluppo sostenibile.
Si sono ottenuti risultati importanti per quanto riguarda l’incremento dell’accesso all’istruzione a tutti i livelli e l’incremento dei livelli di iscrizione nelle scuole, soprattutto per donne e ragazze. Il livello base di alfabetizzazione è migliorato in maniera significativa, ma è necessario raddoppiare gli sforzi per ottenere risultati ancora migliori verso il raggiungimento degli obiettivi per l’istruzione universale.
Per esempio, a livello mondiale è stata raggiunta l’uguaglianza tra bambine e bambini nell’istruzione primaria, ma pochi paesi hanno raggiunto questo risultato a tutti i livelli educativi.
• L’iscrizione nelle scuole primarie nei Paesi in via di sviluppo ha raggiunto il 91%, ma 57 milioni di bambini ne sono ancora esclusi
• Più della metà dei bambini non iscritti a scuola vive in Africa subsahariana
• Si calcola che il 50% dei bambini che possiedono un’età per ricevere l’istruzione primaria ma che non frequentano la scuola vive in zone colpite da conflitti
• Nel mondo, 103 milioni di giovani non possiedono capacità di base in lettura e scrittura, di cui oltre il 60% donne.
4.1 Garantire entro il 2030 ad ogni ragazza e ragazzo libertà, equità e qualità nel completamento dell’educazione primaria e secondaria che porti a risultati di apprendimento adeguati e concreti
4.2 Garantire entro il 2030 che ogni ragazza e ragazzo abbiano uno sviluppo infantile di qualità, ed un accesso a cure ed istruzione pre-scolastiche così da essere pronti alla scuola primaria
4.3 Garantire entro il 2030 ad ogni donna e uomo un accesso equo ad un’istruzione tecnica, professionale e terziaria -anche universitaria- che sia economicamente vantaggiosa e di qualità
4.4 Aumentare considerevolmente entro il 2030 il numero di giovani e adulti con competenze specifiche -anche tecniche e professionali- per l’occupazione, posti di lavoro dignitosi e per l’imprenditoria
4.5 Eliminare entro il 2030 le disparità di genere nell’istruzione e garantire un accesso equo a tutti i livelli di istruzione e formazione professionale delle categorie protette, tra cui le persone con disabilità, le popolazioni indigene ed i bambini in situazioni di vulnerabilità
4.6 Garantire entro il 2030 che tutti i giovani e gran parte degli adulti, sia uomini che donne, abbiano un livello di alfabetizzazione ed una capacità di calcolo
4.7 Garantire entro il 2030 che tutti i discenti acquisiscano la conoscenza e le competenze necessarie a promuovere lo sviluppo sostenibile, anche tramite un educazione volta ad uno sviluppo e uno stile di vita sostenibile, ai diritti umani, alla parità di genere, alla promozione di una cultura pacifica e non violenta, alla cittadinanza globale e alla valorizzazione delle diversità culturali e del contributo della cultura allo sviluppo sostenibile
4.a Costruire e potenziare le strutture dell’istruzione che siano sensibili ai bisogni dell’infanzia, alle disabilità e alla parità di genere e predisporre ambienti dedicati all’apprendimento che siano sicuri, non violenti e inclusivi per tutti
4.b Espandere considerevolmente entro il 2020 a livello globale il numero di borse di studio disponibili per i paesi in via di sviluppo, specialmente nei paesi meno sviluppati, nei piccoli stati insulari e negli stati africani, per garantire l’accesso all’istruzione superiore – compresa la formazione professionale, le tecnologie dell’informazione e della comunicazione e i programmi tecnici, ingegneristici e scientifici – sia nei paesi sviluppati che in quelli in via di sviluppo
4.c Aumentare considerevolmente entro il 2030 la presenza di insegnanti qualificati, anche grazie alla cooperazione internazionale, per la loro attività di formazione negli stati in via di sviluppo, specialmente nei paesi meno sviluppati e i piccoli stati insulari in via di sviluppo
Il programma è stato sottoscritto da 193 Paesi membri dell’ONU.
Il programma degli Obiettivi per lo Sviluppo Sostenibile ha avuto avvio a inizio 2016 e il processo di cambiamento si realizzerà nell’arco dei prossimi 15 anni: i Paesi, infatti, si sono impegnati a raggiungerli entro il 2030.
I 17 Obiettivi comuni dell’Agenda 2030, internazionalmente abbreviati SDGs (Sustainable Development Goals), riguardano un insieme di questioni importanti per lo Sviluppo Sostenibile.
“The new agenda is a promise by leaders to all people everywhere. It is an agenda for people, to end poverty in all its forms – an agenda for the planet, our common home”
Ban Ki-moon, Segretario Generale delle Nazioni Unite
‘Obiettivi comuni’ significa che essi riguardano tutti i Paesi e tutti gli individui: nessuno ne è escluso, né deve essere lasciato indietro lungo il cammino necessario per portare il mondo sulla strada della sostenibilità.
L’Agenda 2030 rappresenta una grande sfida per i Paesi di tutto il mondo.
Essa costituisce un forte cambiamento di prospettiva perché:
Il processo di cambiamento espresso dall’agenda 2030 prevede il raggiungimento di 17 Obiettivi – Sustainable Development Goals (SDGs) – e di 169 Traguardi – Targets – che li sostanziano.
Un sistema di 240 indicatori fornisce i parametri in base ai quali ciascun Paese verrà valutato periodicamente in sede Onu e dalle opinioni pubbliche nazionali e internazionali.
Gli indicatori saranno perfezionati ogni anno e rivisti esaustivamente da parte della Commissione statistica nel 2020 e nel 2025 e saranno integrati da indicatori sviluppati a livello regionale e degli Stati membri.
Il luogo deputato al monitoraggio dell’Agenda è l’High Level Political Forum (Hlpf), che si riunisce:
Il suo compito è quello di valutare i progressi, i risultati e le sfide rilevanti per tutti i Paesi.
Il principio dello Sviluppo Sostenibile è presente nel quadro normativo comunitario fin dal Trattato di Amsterdam (art. 3) del 1997 ed è oggi inserito nel Trattato di Lisbona (art. 3), entrato in vigore il 1° dicembre 2009, che costituisce attualmente la carta fondamentale dell’Unione europea.
L’Unione europea (Ue) ha partecipato in maniera molto attiva e propositiva all’intero processo negoziale che ha portato all’adozione dell’Agenda 2030 fin dalla fase preparatoria della Conferenza delle Nazioni Unite sullo Sviluppo Sostenibile del 2012 (Rio +20).
Dal 2010, inoltre, l’Unione europea si è dotata di un quadro strategico decennale per la crescita e l’occupazione (Strategia “Europa 2020”) basata su tre priorità:
Tuttavia, la crisi finanziaria ed economica iniziata nel 2008 ha provocato una netta revisione delle priorità: obiettivo primario è diventato quello di assicurare la sostenibilità finanziaria delle economie europee, anche a costo di rigorose politiche di austerity, per far ripartire la crescita economica e di riassorbire la disoccupazione.
L’adozione della nuova Agenda 2030e degli SDGs ha posto l’Unione europea e l’Italia di fronte a molteplici sfide, tutte di grande complessità: includere gli Obiettivi di sviluppo sostenibile nei propri programmi.
Il problema principale è quello di decidere come integrare i nuovi obblighi assunti in sede Onu con la revisione della Strategia “Europa 2020”.
L’Italia ha svolto un ruolo di primissimo piano in tutte le fasi del negoziato Onu che ha portato all’adozione dell’Agenda 2030 e degli SDGs in tre modi:
Le iniziative in Italia dopo l’approvazione all’Onu dell’Agenda 2030 (settembre 2015) sono state a 4 livelli:
attività del Governo
attività del Parlamento
attività di Regioni ed enti locali
il monitoraggio degli SDGs